13/07/2020 | Varie
Non sempre ricevere un’eredità risulta vantaggioso, infatti insieme al patrimonio del defunto si ereditano anche gli eventuali debiti, che andranno pagati dagli eredi.
Ecco perché la legge consente di scegliere se accettare o meno l’eredità.
Chi è nel possesso dei beni del defunto ha tre mesi di tempo per decidere se rinunciare, dopo questo periodo è considerato erede. Per chi non è in possesso dei beni ereditari, non c’è fretta, la legge lascia dieci anni di tempo per decidere se accettare o meno.
Gli indecisi hanno a disposizione una via di mezzo tra accettazione e rinuncia, l’accettazione con beneficio di inventario, che consente di rispondere dei debiti solo entro il valore di ciò che si è ereditato, escludendo il proprio patrimonio.
In ogni caso, chi decide di rinunciare all’eredità deve presentare una dichiarazione espressa e formale che si può redigere con atto notarile oppure con una dichiarazione presso la cancelleria del tribunale del luogo ove il defunto aveva domicilio.
Dopo l’eventuale rinuncia, è necessario individuare un nuovo erede, e per farlo la legge indica diversi sistemi:
Se l’erede era stato designato in un testamento, il testatore può aver indicato un sostituto, in caso contrario entra in gioco un meccanismo chiamato rappresentazione: se il primo erede è un figlio oppure un fratello o una sorella del defunto, l’eredità viene offerta ai discendenti di chi ha rinunciato. Anche loro, naturalmente, possono scegliere se accettare o rifiutare. Quindi, se una persona ha deciso di rinunciare all’eredità per non pagare i debiti, è opportuno che la dichiarazione di rinuncia sia fatta anche da tutti i suoi discendenti, per evitare che siano loro a dover pagare. Quando non opera neppure la rappresentazione, la legge prevede l’accrescimento della quota ereditaria del rinunziante a favore degli altri coeredi. Ciò può accadere, ovviamente, solo se erano stati designati più eredi, e almeno uno di essi ha accettato l’eredità. Altrimenti l’erede viene individuato secondo le regole della successione legittima, vale a dire dai parenti più stretti fino ai più lontani.
In mancanza di altri possibili successori l’eredità viene attribuita allo Stato, che in ogni caso pagherà i debiti solo entro il valore del patrimonio ereditario.